Emergenza coronavirus in Italia, le possibili chiusure a gennaio: dalle palestre alle piscine fino agli impianti sciistici passando per i teatri.
È ancora emergenza coronavirus, le possibili chiusure a gennaio: dai teatri alle palestre passando per bar e ristoranti. Con il trascorrere dei giorni matura e prende forma la convinzione che il 7 gennaio non si procederà con un allentamento delle misure e che molte attività chiuse con il decreto del 18 dicembre dovranno tenere ancora chiuse le saracinesche.
Coronavirus, lockdown soft o divisione in aree di rischio
Dal prossimo 7 gennaio si dovrebbe tornare alla divisione dell’Italia in aree di rischio. Le famose regioni colorate: zona Gialla, zona Arancione e zona Rossa. Arrivati alla fine del mese di dicembre, però, c’è chi non esclude una proroga del lockdown soft, quindi la proroga della zona rossa a livello nazionale. Molti esperti del Comitato Tecnico Scientifico, e non è un mistero, ritengono insufficiente la chiusura fino al 6 gennaio. Anche perché le deroghe alle misure restrittive non hanno annullato gli spostamenti e i contatti tra le persone. Quindi a gennaio potrebbe esserci una ripresa della curva dei contagi che comunque non si è piegata come previsto e come sperato.
Le possibili chiusure
Più che di nuove chiusure sarebbe più corretto parlare di una proroga delle chiusure già disposte. Già a fine dicembre si è riaccesa la discussione sulla riapertura degli impianti sciistici. Il Comitato Tecnico Scientifico non ha approvato le linee guida presentate dalle Regioni, e la sensazione è che la riapertura delle piste possa essere ulteriormente rimandata. A quel punto, se si arrivasse alla fine del mese di gennaio, riaprire avrebbe poco senso, in quanto il periodo più redditizio dell’anno sarebbe ormai alle spalle con fatturato pari a zero.
Rischiano di rimanere chiuse anche le palestre e le piscine, a meno che non si arrivi ad un regolamento condiviso dal Comitato Tecnico Scientifico. Gli impianti sportivi potrebbero riaprire contingentando ulteriormente gli ingressi e chiudendo gli spogliatoi. A quel punto resterebbe a valutare se effettivamente per i gestori possa essere davvero conveniente sostenere i costi di gestione per un numero limitatissimo di utenti. Per le piscine si parla addirittura di una sola persona per corsia. Regole difficili da coniugare con le esigenze economiche.
Potrebbero rimanere chiusi anche i teatri, i cinema e le sale da concerto. Se all’interno delle strutture l’afflusso di persone può essere gestito con il distanziamento, il ricambio d’aria e le altre misure ormai note, all’esterno è difficile evitare assembramenti, che continuano a rappresentare una minaccia concreta per quanto riguarda la diffusione del coronavirus.
Una grande incognita è rappresentata dai negozi e soprattutto da bar e ristoranti, che stanno vivendo un periodo drammatico avendo la possibilità di lavorare solo a domicilio o per il servizio da asporto. Confermare questo regime anche dopo il 7 gennaio significherebbe mettere in ginocchio il settore della ristorazione. I negozi invece potrebbero rimanere aperti con orario prolungato, mentre nel fine settimana potrebbe essere confermata la chiusura dei centri commerciali.
La riapertura della scuola
Il 7 gennaio dovrebbe essere il giorno della riapertura della scuola anche per quanto riguarda gli studenti delle scuole superiori, che potranno riprendere la Didattica in presenza al cinquanta per cento. Diversi Presidenti di Regione tirano il freno chiedendo di rinviare la decisione ad inizio gennaio. Cioè quando saranno noti gli ultimi dati epidemiologici.